giovedì 25 febbraio 2016

"Gratitude is the money" di Stefano D'Anna

Gratitudine. Gratitude is the money. Quello per cui non hai gratitudine non lo meriti. Quando hai gratitudine stai emettendo il Paradiso Portatile. Sentire dentro, nelle fibre, nel corpo... la ricchezza, la felicità, l’infinito.. questa è gratitudine....  Occorrono scuole di preparazione al sogno.
Vuoi conoscere il tuo futuro? Conosci te stesso... è il messaggio del tempio di Delfi....  Chi paga anticipatamente, chi paga dentro, sente dentro di sé la vittoria... A questa inner victory si riferisce l’Huainanzi, l’opera filosofica cinese del II secolo A.C. sulla strategia e sull’arte della guerra, quando dice: “le battaglie vincenti sono quelle in cui prima si ottiene la vittoria e solo dopo si combatte”.... Finché non ci sarà più nessuna battaglia da combattere perché per un uomo reale la soluzione arriva prima del problema.
La vita, come lo stagno in cui si riflette Narciso, ci fa da specchio. Per molti la vita è orribile perché riflette il loro orrore... Le persone si fanno dei danni dentro.. Si uccidono dentro.. incontrandole, potete sentire il disagio che emana dalla loro violenza, dal loro orrore. Nelle organizzazioni, imparate a vederli e a circoscriverne l’ombra, a sbriciolarne gli attacchi.


Non permettete mai a voi stessi di avere un calo..  e quando sarete dei leaders non lo permetterete alle persone intorno a voi.. Quando ci cogliamo in uno stato di tristezza, di offesa, di angoscia... si dice a se stessi: io ti vinco.
Preparatevi! Siate sempre pronti e vedrete che la vita è un sorriso e che, come argilla docile alle nostre mani, la possiamo modellare come vogliamo. Prepararsi significa essere proattivi.
Proattività.... è un ricordo verticale, un trasferirsi nelle zone superiori dell’essere, un accedere al mondo delle idee, al mondo delle cause, al mondo che fa. Cogliere il frutto dell’albero della vita, delle idee, della unicità..... significa aspirare.
Proattivi significa che stiamo pagando anticipatamente, significa che il mondo ci deve. Quando sei proattivo tu sei il creatore/creditore. L’impiegato è un uomo reattivo; crea un mondo scarso, reagisce alle ombre che egli stesso ha creato in modo inconsapevole. Proattivo significa cre-attivo e non re-attivo. Creativi significa fare internamente, creare un paradiso dentro... “Io sono il creatore del cielo e della terra”... i pianeti, i soli e tutte le costellazioni e le galassie sono l’immagine riflessa del mio universo interiore... i nostri atomi, le nostre cellule danzano, cantano, ma noi ne siamo inconsapevoli e per questo proiettano un mondo scarso, un mondo di limiti e di privazioni. La consapevoleza è ricchezza... fuga le ombre e disinquina le cellule. Consapevoli significa essere proattivi, significa che c’è una presenza, una vigilanza, che tutto passa per un’attenzione e deve richiedere il suo assenso per potersi manifestare. Una persona reattiva diventa l’effetto della sua stessa creazione, di cui è dimentico. Una persona proattiva è in anticipo sul mondo... conosce le leggi della creazione.
La pausa, il riposo, il digiuno (verbale, di cibo, di impressioni) è una proattività. La respirazione è una proattività. Il pensiero costruttivo è una proattività.... Proattivi significa pagare anticipatamente. Proattivo è il vero sognatore.. che paga tutto anticipatamente.. poi apre gli occhi e vede che ha costruito un mondo meraviglioso.. un paradiso terrestre. Una persona proattiva vive nella soluzione. Il sognatore per sapere che cosa sono i problemi deve diventare il sognato, identificarsi con ciò che ha creato.
Il vero sognatore sogna, si rallegra e va oltre.. trascende sempre il sogno, permanentemente.. non si ferma mai.. Egli sa che tutto quello che ha creato è polvere e tale ritorna se non va oltre.
Siate proattivi nel linguaggio e “abbiate fede”.. credere/creare/cre-attività/cre-ation/creazione. Credere significa essere proattivi...
Il piacere, l’amore, la certezza, sono creazioni della proattività. Il mondo è soltanto la manifestazione di questo nostro credere, di questo piacere, di questo amore, di questa certezza.... Una persona proattiva è unica, attinge dalle parti più profonde di sé.
Il reattivo ha fatto del mondo il proprio boss.  Il suo è un mondo di dolore, di scarsità, di morte. Egli è l’effetto di un mondo passivo, di un mondo meccanico che è fatto di ombre che egli scambia per realtà...
Non siate uomini reattivi che prendono ordini solo dall’esterno, dal mondo, credendolo il creatore; essi fanno del mondo esterno un idolo ed il mondo li mette negli angoli più bui dell’esistenza: ospedali, case popolari, impieghi infimi... dove vivono stentatamente, ammalati di povertà, di dubbio, di ignoranza... affannati, chiusi nella prigione dei ruoli, tra mille problemi. Gli uomini reattivi sono gli impiegati del “sogno”, sono gli abitanti di un mondo sognato da un sognatore dove essi hanno l’illusione di fare, di decidere, ma dove in realtà gli è dato di raccogliere soltanto le briciole...  Ma come si fa a vivere con pensieri di seconda mano.. come si fa a scegliere di essere ombre, di vivere come un fantasma, come cellule morte?... Tale è il mondo di una persona inconsapevole che diventa vittima di se stessa, delle proprie proiezioni meccaniche...
Non identificatevi con le ombre.. diventate esseri luminosi.. esseri splendenti di luce propria. Diventare un leader, un sole è un processo dall’interno... nessuno può aiutarvi dall’esterno.
Sapere, fare, avere, sono tutti sottoprodotti dell’essere... essere significa proattività... Facciamo circolare luce nel nostro essere: i pensieri diventano costruttivi, le emozioni guariscono, i nostri organi finalmente funzionano come devono. Allora ci incontriamo con un mondo sano, che è l’immagine perfetta della nostra guarigione...
L’umanità divisa dentro è attaccata fuori da un mondo diviso che essa stessa ha proiettato. E’ un circolo vizioso, un ciclo infernale, da cui si esce con un lavoro su se stesso, con il “filo di Arianna”... Si entra nel labirinto della nostra psicologia... si elimina la bestialità... l’ombra, che è causa di tutte le nostre morti interiori e poi, un giorno, di quella fisica. Si uccide la bestia e quando poi si esce, riavvolgendo il filo d’oro, ci si incontra con un mondo perfetto, con un mondo guarito... mondo di successo, di prosperità, di luce, di gioia... un paradiso terrestre. Per tenere insieme le molecole e gli atomi di questo paradiso occorre continuamente intervenire... entrare nella partii oscure dell’essere e portare luce..
La persona reattiva è sempre sconfitta  perché è sconfitta da se stessa.. perde anche quando vince la lotteria. Un giorno una società perfetta saprà chi è proattivo, chi ha pagato anticipatamente. Lo si vede dagli occhi, dal comportamento, dalle sue parole..
Il mondo, quando lo vedete, è già fatto.. arriva sempre dopo.. la nostra preoccupazione è inutile.. serve soltanto ad alimentare, a perpetuare quell’essere reattivo che siamo. L’uomo reattivo si incontra con un mondo del quale è debitore.. ha sempre la coda tra le gambe... un senso di colpa... ha paura... L’unica cosa che può fare è accusare, lamentarsi, fare capricci... Quello che vede intorno a sé, il suo mondo, non gli piace ma non sa come cambiarlo. Egli vorrebbe poter cambiare solo qualcosa e lasciare immutato tutto il resto. Ma per cambiare una cosa che non ci piace dobbiamo cambiare tutto.. Quella cosa che non ci piace è una malattia della totalità. Innalzare l’essere portarsi in una più alta zona di responsabilità, significa cambiare tutto....

Ritornare in se stessi.. è il segreto... uno sguardo verso se stessi.. e la rivoluzione è fatta... le cellule respirano, ringraziano, danzano.. un ritorno a casa.. e sai subito quale atteggiamento assumere, cosa dire, cosa non dire... Ricordare.. raccogliersi.. congiungersi nel cuore, nel sole, mettere insieme le parti sparse del proprio essere... e fare il passaggio.

                                                           IL PROSSIMO INCONTRO CON LA SCUOLA è A MILANO IL 12/13 MARZO

                                                                                   LEZIONI DI ECONOMIA DAL VANGELO

                                                                     IL PICCOLO DREAMER PROGRAMMATORE DI MONDI


        NEL RINASCISENSO



                                                                                     L'EONARDO IL TRASFORMISTA

venerdì 19 febbraio 2016

"L'Età dell'ozio creativo" di Stefano D'Anna



Sospinta da forze epocali, sotto i nostri occhi sta emergendo una nuova età, l’Età dell'Ozio Creativo. Dopo secoli stiamo lasciandoci alle spalle quella visione del mondo, un pò tetra e autoflagellante, che la rivoluzione borghese inflisse alla nostra civiltà abbracciando gli ideali della Riforma e dell'etica calvinista, ed il cui atteggiamento fondamentale può sintetizzarsi in una negazione dell'ozio (nec-otium).
Sospinte dai venti della rivoluzione microelettronica, i robot e le macchine intelligenti hanno spopolato le fabbriche. Il computer sta rivoluzionato il lavoro d'ufficio e un flusso ininterrotto di innovazioni grandi e piccole sta travolgendo irreversibilmente professionalità e stili di vita, sostituendo gli impiegati nei ruoli più ripetitivi.
La nostra civiltà, come una starship lanciata nell'oceano del tempo, viaggia verso una società del non fare, dell'essere, dove prevale la capacità delle idee ed il pensiero creativo sul movimento, la contemplazione sull'azione.
Il lavoro dipendente si va riducendo.

Le possibilità, specialmente per i giovani, di trovare un lavoro dipendente si sono ridotte al lumicino e la nostra civiltà assiste con apprensione crescente all'aumento della disoccupazione come ad un fenomeno esteso a tutto il mondo occidentale.
La perdita dei posti di lavoro nelle democrazie industriali e nelle economie avanzate si misura ormai in milioni ogni anno. I mass media, gli studiosi e gli osservatori più attenti delle società occidentali concordano tutti sul fatto che la crescita esponenziale della disoccupazione, ed il suo dilagare endemico ed inarrestabile, è in assoluto il fenomeno più temuto del nostro tempo.
E' un fenomeno ormai strutturale e, secondo noi, un sintomo certo del tramonto della lunga età impiegatizia ed allo stesso tempo l'inizio di una stagione di maggiore libertà dell'uomo.
La moderna maledizione dell'umanità non è più quella biblica "lavorerai con il sudore della tua fronte", ma una condanna al non lavoro. La nostra età sarà la prima nella storia dell'uomo che segna un progressivo, ineluttabile, affrancamento dal lavoro per enormi masse di uomini che si troveranno davanti a una voragine di tempo libero.
Nell'età della joblessness quello che era privilegio di una classe aristocratica, raffinatamente educata per generazioni all'ozio aureo, diventa una condizione di esistenza per masse di uomini che non sono stati preparati alla responsabilità del tempo libero, ad amare la cultura, l'arte, la musica, a sostituire l'azione con la contemplazione, il movimento con la creatività.
La prospettiva di un'età di "non lavoro" fa paura perché rappresenta per l'uomo un altro passo lontano dal suo paradiso ancestrale, quando viveva una inconsapevole, tirannica unità con la natura, per andare verso un futuro ignoto e misteriosamente palpitante, della perdita della sua eredità zoologica, di perdita della sua rassicurante appartenenza al regno animale.
Per cui il problema della disoccupazione appare tale se visto dal basso, ma è, all'opposto, un annuncio di libertà, di riscatto dalla maledizione del lavoro, come fatica, come sforzo, se visto dall'alto.

Assenza di lavoro, quindi, e non perdita di lavoro.
Il lavorare non è umano, è l’eredità di un’età bestiale.
Stiamo rapidamente avviandoci verso una civiltà del non fare, dell'essere, dove il vero, il bello, il bene e la ricerca della felicità sono i pilastri di una società economicamente evoluta. In molti modi è un ritorno alle radici stesse della nostra civiltà". L’umanità dovrà imparare a vivere senza sforzo… che è assenza di tempo… che è immobilità creativa. Dovrà sovvertire le proprie convinzioni più radicate e credere che il non fare crea il fare. Be effortlessly dreamful!
Per chi è impreparato alla libertà, a sostituire l'azione con la contemplazione, il movimento con la creatività, l'avvento dell’età della Joblessness, dell’età dell'ozio aureo, è una prospettiva spaventosa.
Il lavoro dipendente continuerà a ridursi in misura direttamente proporzionale alla maggiore capacità degli uomini di vivere una vita più libera e felice.
Il fenomeno della disoccupazione, al quale gli economisti tradizionali guardano con allarme, in questa più ampia visione non può più considerarsi un segnale spaventevole ma al contrario l'annuncio del tramonto della lunga età impiegatizia e l'inizio di una stagione di maggiore libertà.
Di certo lavoreremo sempre di meno, mentre migliorarsi e divertirsi diventerà il grande business planetario.
La positività e la felicità nel futuro dell'uomo si accompagnano quindi a una progressiva, inarrestabile, riduzione della sua attività di lavoro.
Un'umanità più libera interiormente dalla paura, dal dubbio e dalla miriade di emozioni negative che da sempre ne agitano l'animo, è inevitabilmente avversa ai ritmi, agli ambienti ed alla qualità del lavoro della società industriale che ha razionalizzato l'attivismo esagitato e presuppone, e quindi crea ed educa, eserciti di dipendenti alienati e di "manager" iperattivi.
Non possiamo continuare a chiamare lavoro l'essere occupato, ma l'essere libero. Dobbiamo chiamarlo Otium.
Il lavoro-fatica è la degradazione dell'Otium. Il nec-otium, è la negazione del sogno, è il baratto della propria libertà contro una paga ed un pacchetto preconfezionato di certezze illusorie. La dipendenza è paura. Un uomo che ama, un uomo che sogna, un uomo che non ha paura, che non è più vittima di emozioni negative, non può essere impiegato. L’assenza di paura ci libera da ogni ruolo e da ogni subalternità. Non c'è modo di impiegare un Leader!

                                                         IL PROSSIMO INCONTRO CON LA SCUOLA SARà IL 12/13 MARZO!


                                                                      A DREAM FOR THE WORLD DI STEFANO D'ANNA


                                                                 IL PICCOLO DREAMER PROGRAMMATORE DI MONDI DI VEGA ROZE


                                                                         NEL RINASCISENSO DI MARIO DAL MARE


                                                           L'ENORADO IL TRASFORMISTA DI MICHELE LOMBARDI

giovedì 11 febbraio 2016

"Il Pensiero Verticale" di Stefano D'Anna

L’uomo orizzontale, un uomo internamente diviso, pensa conflittualmente, per opposti. Egli si identifica con gli opposti e degrada. Un uomo unito nell’essere, un uomo completo, l’uomo che nelle lezioni di sociologia chiamiamo verticale, pensa analogicamente. Egli sa che esiste solo il bene, esiste solo la guarigione, vede solo l’unità che pulsa dietro gli apparenti antagonismi.

E’ l’unità dentro che non gli permette di vedere il male, la divisione. Per l’uomo verticale esiste solo il bene, l’amore, il piacere. Egli afferma soltanto la verità dentro di sé. Il suo lavoro è la continua armonizzazione di questa “apparente” polarità. Egli sa che la guarigione non è l’opposto della malattia; che il si non è l’opposto del no. Essi sono la stessa cosa a diversi livelli dell’esistenza. Chiamiamo questa Yes Attitude. Sia l’uomo orizzontale che l’uomo verticale sono in viaggio verso l’uno, verso la completezza. L’uno attraverso il tempo, l’altro attraverso gli stati. L’uno conosce la scorciatoia, l’altro no. L’uomo orizzontale è un riflesso nello specchio dell’uomo verticale.

B+t=D.  Our State of Being + Time = Destiny. La vibrazione che sto emanando, la mia canzone, nel tempo diventa destino. 
Ci sono state culture nell’antichità che non avevano il no nel loro linguaggio, e non avevano alcuna nozione di opposto, per esempio la nazione amerinda degli Hopi. Non a caso gli Hopi non sono mai stati sconfitti dai bianchi e non hanno mai perduto i loro territori. Il mondo è la nostra psicologia che si specchia. E’ Dio a rovescio. L’immagine nello specchio è capovolta ma non esiste. La manifestazione è sotto la legge degli opposti, il nostro pianeta è governato dalla legge dell’antagonista: in ogni momento del tempo e dello spazio c'è una forza uguale e contraria che agisce. La legge dell'antagonista governa la vita dell'individuo come quella di un'organizzazione, di una nazione o di un'intera civiltà. Il mondo esterno, il mondo dei sensi è governato dalla legge del Pendolo. Nel tempo, mentre il pendolo muove in una direzione si sta caricando la forza uguale e contraria che lo farà oscillare nella direzione opposta. 

La caduta dal Paradiso è la caduta nella dualità, nel mondo degli opposti e nella identificazione con uno degli opposti. Il Paradiso è l’inferno sottosopra. La scacciata dal Paradiso è la caduta nella incompletezza, il nostro allontanamento dall’integrità. L’inferno al contrario è il Paradiso. Il Paradiso è il reale, l’inferno è l’immagine riflessa. Dio creò il cielo e la terra.. una dualità.. il gioco si esprime nel mondo della dualità attraverso gli opposti. Noi dobbiamo essere capaci di vivere nel mondo dei conflitti con la consapevolezza che dietro tutti gli opposti c’è un’armonia, l’unità che pulsa. Ama il tuo nemico, porgi l’altra guancia, il ‘vai e ruba’ di Buddha, è l’unità che pulsa. Un giovane chiese a Buddha di diventare suo discepolo. - Hai mai rubato? - gli chiese Buddha. - No, mai! - rispose il giovane. Allora vai e ruba - gli disse Buddha- e poi ritorna da me... - La santità contiene la criminalità.. come l’immobilità contiene il movimento ed il silenzio contiene il suono e lo crea. Occorre conoscere tutti i ruoli e tutti i livelli per raggiungere l’unità... se quel ruolo ti manca nella consapevolezza, dovrà nel tempo e nello spazio essere bilanciato. Nel tempo e nello spazio non riusciamo a vedere che gli opposti sono la stessa cosa... essi si manifestano cronologicamente in successione, prima l’uno e poi l’altro; e noi non riusciamo a vedere l’unità che pulsa dietro di essi.
E poi Dio creò Adamo.. dalla sua costola (ribe, in greco significa “lato”) estrae il suo doppio, la donna. Il dualismo nasce sempre dall’unità che, nel mondo delle apparenze, si manifesta come uomo/donna, bene/male,... Dio creò il cielo e la terra... Nell’Eden c’erano due alberi.. l’albero della vita e l’albero del bene e del male...
La parola deve entrare nel mondo del contrasto per poterla udire. Il divino si manifesta nella polarità.. la polarità ci serve; attraverso essa si esprime l’unità, si rende visibile. Il superiore possiamo solo esprimerlo attraverso la negazione del sottostante.. attraverso il suo opposto.. Immortalità, infinito, amore... sono una doppia negazione che afferma. E tutta la nostra scienza nasce dalla contrapposizione di due concetti opposti, come una scintilla dallo strofinio di due selci tra le mani di un selvaggio: bello/brutto (estetica), buono/cattivo (etica), vero/falso (filosofia), etc.
La polarità è il sintomo, l’unità è la guarigione...
Nella polarità non c’è nulla di male. L’antagonismo crea l’energia necessaria per andare verso l’unità... La frizione degli opposti ci permette di entrare nel Giardino dell’Eden.
Il demonio è la inconsapevolezza. Il conflitto interno si riproduce fuori come eventi luttuosi, negativi.. ma questi eventi vengono ad informarmi; essi non sono una punizione ma un bilanciamento. Una malattia o un incidente vanno usati come un segnale di direzione verso la oneness, la consapevolezza, l’integrità.
Ad un uomo completo la soluzione arriva prima del problema. Dietro un evento conflittuale... dietro gli apparenti opposti, egli vede sempre l’unità, una terza forza capace di armonizzarli e di trasferirli ad un ordine superiore. La terza forza è la comprensione che quello che apparentemente contrasta il nostro progetto non è un nemico ma un alleato. Non ci sono cose od eventi negativi, esistono solo guarigioni... ad ognuno arrivano solo gli eventi più giusti per permettergli di evolversi ed avvicinarsi all’unità dell’essere.



                                                                   LEZIONI DI ECONOMIA DAL VANGELO DI STEFANO D'ANNA


giovedì 4 febbraio 2016

"Siate ribelli alla conformità" di Stefano D'Anna

Nel sistema di convinzioni dell'umanità ordinaria la credenza fondamentale su cui ogni altra si fonda è: " I am such because the world is such," per cui sarebbe il mondo a creare le condizioni e gli eventi e l’uomo a subirle. Il mondo diventa così la causa e l’uomo è l’effetto. Credere che il mondo sia la causa, questo è il pilastro, the corner stone della psicologia ordinaria. Credere che il mondo possa fare, creare, distruggerci, nuocerci, avvilirci. Questa visione del mondo è fondata su due convinzioni: che l’avere possa precedere l’essere e che gli stati siano causati dagli eventi. Questo crea nell’uomo una coscienza vittimistica. Essa si riflette nel linguaggio ordinario che è fatto di accusa, giustificazione, autocommiserazione o autocompiatimento, lamentela. Possiamo cambiare la nostra esistenza trasformando la nostra psicologia. La Psicologia Creativa studia gli strumenti per agire e trasformare il mondo. Noi raccogliamo nel mondo quello che abbiamo seminato nella nostra psicologia: la serietà, la responsabiltà, l’assenza di paura. Per questo non dobbiamo preoccuparci del raccolto ma soltanto del seme. Il frutto cade dall’albero quando il seme ha registrato tutto il progetto dell’albero. Quindi il frutto obbedisce alle leggi del seme. Il seme è causa del distacco del frutto.
Il mondo si allinea con gli stati  che proietta l’individuo. Chi proietta un paradiso portatile non può incontrarsi con un evento esterno fallimentare. Ma noi siamo troppo distratti, terrorizzati dal film che noi stessi abbiamo proiettato, dimenticando che il mondo che noi vediamo è soltanto specchio dello stato infernale del nostro essere. Noi crediamo nella possibilità di fare un lavoro per completare la psicologia dell’uomo. Credere e creare hanno la stessa radice e sono la stessa cosa. Per creare un uomo deve cambiare i principi del proprio credere. L’Essere è fatto di stati, la vita di eventi. La nostra esistenza corre quindi parallelamente du due binari: quello degli eventi e quello degli stati. La storia personale di ognuno di noi è fatta orizzontalmente di eventi e verticalmente di stati. 
Noi possiamo intervenire solo sugli stati. Gli eventi sono il passato. Solo gli stati sono nel “qui ed ora”. L’innalzamento della qualità del nostro pensiero può avvenire solo nel “qui ed ora”. Intervenendo sugli stati possiamo cambiare il nostro passato ed il nostro futuro. Per verificarsi gli eventi hanno ricevuto il nostro assenso. Attraverso il credere che il mondo sia la causa, ogni giorno cediamo sempre più il nostro potere al mondo. Prendiamo il potere psicologico che abbiamo dentro di noi e lo trasferiamo all’esterno. Ed al posto della nostra forza creativa, intuitiva, sostituiamo la paura ed il dubbio. Così facciamo anche attraverso il desiderare che è il sogno visto di spalle.
Ama te stesso, con tutte le tue forze, amati follemente. Ogni relazione va gestita dall’amore per se stesso. Chi non si ama non può fare nulla per nessuno. E’ il significato più profondo del comando evangelico Ama il prossimo tuo come te stesso. Siate unici. Diventate dei ribelli. Siate ribelli alla conformità. Fate cadere le catene psicologiche. Disincantatevi. Uscite dai luoghi comuni, fisici e psichici.



E’ individuabile nella psicologia dell’uomo una condizione di dipendenza, una inclinazione ad accusare, a lamentarsi, a compiangersi, a nascondersi, a mentire, a pensare e sentire negativamente. A tutte le latitudini ed in tutti i tempi l’uomo sembra aver ricevuto questa stessa, identica, descrizione di se stesso e del mondo. A questo stato permanente di sconfitta, che è radicato in tutte le società umane ed è esteso a tutte le culture,  abbiamo dato il nome di Coscienza Vittimistica. Esso designa una condizione pressoché costante di angoscia alimentata da sensi di colpa e da un istinto autodistruttivo che spinge in modo inconsapevole l’uomo ordinario a recare danno, prima a se stesso e poi agli altri, una “cupio dissolvi” che abbiamo chiamato Death Urge. Queste caratteristiche psicologiche sono così universali, tanto estese nel tempo e nella geografia, da arrivare a farci credere che sia questa, e sia sempre stata questa, la condizione psichica normale dell’uomo: una visione piatta dell’esistenza che crede incrollabilmente che paura, ansietà, preoccupazioni, dubbi e dolore siano parte ineliminabile della vita e che si fonda su una logica dicotomica, conflittuale che funziona per opposti, continuamente oscillante tra visioni antagoniste dell’esistenza, tra si e no.
Un canto di dolore
Solo apparentemente un uomo si augura bene, prosperità, salute. Se potesse osservarsi e conoscersi interiormente ascolterebbe invece dentro di sé la recita pressoché continua di un canto di negatività, come di una preghiera di sventura fatta di preoccupazioni, di immagini malate, dell’attesa di eventi terribili, probabili ed improbabili....Questo stato di cose non può che essere il risultato di una gigantesca emanazione ipnotica che pulsa un unico messaggio educativo globale cui tutti gli uomini sono stati esposti da sempre. La Genesi fornisce la più antica delle spiegazioni di questo generale stato di disfatta dell’umanità: il peccato originale. Il peccato originale è il rovesciamento della realtà: credere che il mondo sia la causa invece che l’effetto della nostra creazione, il peccato originale è identificarsi con la realtà apparente così com’è percepita dagli occhi fisici (e aprirono gli occhi..). E’ scambiare la causa con l’effetto. Abbiamo trasferito Dio dall’interno all’esterno: questa è la morte! Il peccato mortale! Il pensiero che il mondo sia il suo creatore rende l’uomo piccolo, lo fa ammalare ed invecchiare.. Un pensiero limitato che non vola, che non sogna più, fuori crea una realtà fatta di paure, di dolori, di incertezza, ansietà ed emozioni negative.
Aver paura, nascondersi, mentire, accusare, giustificarsi, compiangersi, provare sensi di colpa, sentirsi divisi da Dio, dal proprio compagno, da se stesso, il non assumersi la responsabilità del proprio agire, sono tuttora gli elementi riscontrabili nella psicologia della popolazione planetaria. Ed individuano ancora oggi le componenti psicologiche fondamentali della sua propensione a dipendere. La storia del peccato originale, di un momento. Dobbiamo incontrarci con la nostra infanzia... nell’infanzia troveremo tutta la programmazione.. nell’infanzia troveremo tutta la nostra attuale impotenza.. nell’infanzia troveremo la nostra attuale ignoranza.. la nostra attuale meccanicità... le nostre paure, le nostre malattie.. è lì che bisogna tornare consapevolmente.. Il pensiero è un buon veicolo per questo, così come lo è il respiro... I viaggi mitologici sono viaggi a ritroso nel tempo.. incontri con giganti e mostri. La vittoria o la resa a queste entità apparentemente fantastiche sono incontri con la nostra programmazione.. incontri con il nostro passato che continua ad agire e crea il nostro destino.. fatto di limiti, di paure, di incompletezza, di impotenza.. Se non puliamo la nostra psicologia da tutte queste entità è impossibile la nostra evoluzione, è impossibile la nostra comprensione, è impossibile la ricchezza finanziaria.
Quindi la nostra preparazione non è per incontrare il futuro, perché così come siamo fatti soccomberemo. La nostra preparazione è per incontrarci con una pianificazione, con una descrizione avvenuta durante la nostra infanzia che limita tutto il nostro essere... La nostra preparazione è la preparazione di un guerriero mitologico, un guerriero psicologico  pronto a combattere tutte le entità, tutte le ombre, le mostruosità che incontra sul suo cammino a ritroso.. un viaggio verso il grembo e non verso la tomba. Il guerriero sa che ogni mostro, ogni ombra che egli abbatte sul suo cammino è una conquista.. di libertà.. di amore.. di immortalità. Invece di raccontare i fatti come esterni, leggeteli come il riflesso, l’emanazione della vostra psicologia... gli eventi sono in realtà un incontro con descrizioni del vostro stato d’essere...  Se mi identifico con la descrizione del mondo sono irreale. Se sono attento a questo “Io Sono”, a quella sensazione di un miliardesimo di secondo al mattino in cui ancora non ho ricostruito tutto il mio mondo (io sono questo, io sono quello), realizzo uno stato di universalità da cui non dovremmo mai uscire. Qualche volta lo assaporiamo, specialmente da bambini, quando ci svegliamo senza sapere dove siamo; in uno stato di presenza/assenza, di assenza presenza, che è una sensazione di benessere che non vorremmo abbandonare. Non vorremmo più sapere dove siamo e ne ritardiamo la coscienza. E’ uno stato di eternità, di qui ed ora, di infinito, di immortalità.... Eliminate le pochezze dal vostro essere ed automaticamente si elimineranno ombre e povertà dalla vostra esistenza. Qual’è la cosa più bella, quello che desiderate di più fare? Insegnare, viaggiare?.. Bene! Mettete solo questo a fuoco e vedrete che le cose piccole che oggi occupano tutto il vostro tempo saranno fatte da gente piccola come lo siete voi adesso.
Il “carpe diem” è stato inteso, probabilmente dallo stesso Orazio, come “cogli l’attimo”, “non sprecare le opportunità della vita” o anche “arraffa tutto quello che puoi finché sei in tempo” ma non come un tempo verticale, il qui ed ora. Crono è il tempo orizzontale. Kairos è la puntualità, il cross-roads dell’esistenza, dove si fa il passaggio e si va oltre. Nel tempo cronologico, orizzontale, un tempo che curva su se stesso, non possiamo fare alcun sorpasso, i giochi sono fatti. Restiamo prigionieri di una descrizione già radicata.  Ma nel qui ed ora possiamo elevare l’essere, cambiare modo di sentire, di pensare, di desiderare. Possiamo fare uno sgambetto alla meccanicità. Possiamo affrontare i nostri limiti, combattere la scarsità, la negatività, la meccanicità in noi. Solo nel “qui ed ora” possiamo creare.. non un minuto fa né tra un minuto.. Solo la volontà può entrare in quest’attimo che non è fuggente ma è eterno, non ha inizio né fine. Aspettando Godot.. una distorsione di God, Dio,.. non si aspetta Dio, la ricchezza, l’intelligenza... Adesso si è ricchi!!!... la soluzione è un innalzamento della qualità del pensiero. La mattina.. respirate.. immergetevi nell’acqua... Il corpo deve essere completamente bagnato.. il viso deve essere annaffiato.. l’uomo è una pianta sottosopra: ha le radici protese verso l’aria ed i rami verso terra.  Per affrontare questo viaggio un uomo deve costantemente purificare i quattro elementi che sono in lui: aria, terra, fuoco ed acqua...
Essi sono importanti.. lo aiutano a ricordare, lo aiutano a vincere. Ogni elemento contiene tutti gli altri e un esercizio alimenta tutti gli altri. Il riposo psicologico, il riposo mentale, gli esercizi fisici, la respirazione, l’attenzione al cibo, bagnarsi più volte al giorno... fanno tutti parte di una ecologia che porta ad una ricchezza economica. Ecologia/Economia.
Quando incomincerete questo viaggio epico, questo viaggio mitologico nei meandri della vostra psicologia, della vostra invisibilità, ed avrete il coraggio di incontrarvi con tutte le ombre e le mostruosità descrittevi dai vostri genitori, da maestri e dall’ambiente che vi ha circondato, o fuggirete terrorizzati oppure, come Sigfrido ed Ulisse, li affronterete. Vi sembrerà di affrontare il passato ma in realtà state creando il futuro. Perché ogni superamento di ostacoli, ogni vittoria su se stessi sta formando il vostro successo, sta sviluppando il vostro potere, l’intelligenza, la volontà in un futuro verticale... i giganti da combattere si riveleranno dei pigmei!

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